E come non farti esaurire combattendo contro i mulini a vento.

 

Ogni persona che vuole aprire un ristorante lo fa in genere mossa dalla passione per la cucina, e/o perché vuole guadagnare dei bei soldi.


Ed entrambe le motivazioni sono buone e giuste.

 

Ma aprire un ristorante, spesso ti porterà a combattere battaglie degne di un romanzo fantasy, come il Signore degli anelli.


Dovrai scontrarti con nemici agguerriti, che però, con le giuste conoscenze e mezzi (quelli che troverai nel corso Master Restaurant ®) potranno diventare addirittura validi alleati.

 

Aprire un ristorante non è per codardi o deboli di cuore!

 

Sì, hai letto bene.



Aprire il tuo o i tuoi ristoranti richiederà molto impegno, ma una volta che avrai superato tutti gli ostacoli, potrai goderti parecchie soddisfazioni:



1) Famigliari: avrai costruito un porto sicuro, che darà alla tua famiglia un futuro luminoso, nonostante la crisi intorno a te continuerà a mietere vittime.

 

2) Economiche: un ristorante avviato e gestito come Dio comanda può riempire di dobloni il tuo conto corrente, dandoti una vita ben al di sopra della media e ti permetterà di eliminare per sempre l’ansia di arrivare a fine mese.


3) Personali: potrai ridere in faccia a tutti quelli che prima ti guardavano come un pazzo o addirittura quasi un reietto, che avevano scommesso sulla tua sconfitta.

 

A tutti questi “simpatici” personaggi potrai offrire con un sorrisetto vispo, un bel bicchiere di vino e gustarti la loro invidia mista ad  una profonda autocommiserazione.


Insomma potrai vincere con stile.


“ Il denaro fa l’uomo ricco, ma l’educazione lo fa signore.”

 

Aprire un ristorante: con chi devi avere a che fare!

 

Siamo in Italia, e come tutte le attività commerciali, anche per aprire un ristorante devi fare il giro da alcuni Enti per essere in regola con permessi e leggi varie.


E per non beccarti multe più dolorose di una dozzina di legnate sulle gengive.


In questo breve viaggio esplorerai al mio fianco gli enti più importanti con cui dovrai avere a che fare.


In questo modo non saranno per te più potenziali nemici, in grado di azzannare il tuo portafoglio con controlli a sorpresa e multe salatissime.


Ma scoprirai come farli diventare alleati preziosi, perché come ristoratori il nostro nemico non sono gli enti e le leggi in sé.


No! Il grande nemico è un altro, molto più subdolo, malvagio e crudele di qualsiasi serpente velenoso:


L’ignoranza.

 

“L’ignoranza è la radice di tutti i mali”

 

Lo diceva Buddha 2400 anni fa, ed è valido in ogni area della tua vita, sopratutto se vuoi aprire un ristorante.

 

Ora che hai scoperto il tuo più Grande Nemico, proseguiamo il nostro viaggio.

 

Come conoscere gli enti giusti per aprire il tuo ristorante.

 

Okay, allaccia le cinture, si parte!



Partiamo subito a razzo con un elenco degli enti e della loro funzione, scoprirlo ti eviterà un sacco di grattacapi:

 

1) Conai: Consorzio Nazionale Imballaggi.


Il CONAI è il Consorzio Nazionale Imballaggi dei produttori e degli utilizzatori di imballaggi e garantisce la copertura ai Comuni dei maggiori oneri per la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi.

 

L’adesione al CONAI è obbligatoria per le imprese che producono, vendono o utilizzano “imballaggi”.

 

La quota di partecipazione è costituita da un importo fisso pari a € 5,16, che paghi entro 30 gg dall’apertura, più un importo variabile riguardo ai ricavi annuali complessivi dell’impresa se uguali o superiori a 500.000 euro.

 

La quota fissa funge da iscrizione, quindi la paghi una sola volta e sei a posto per tutta la vita.

 

Mentre la quota variabile è da pagare, eventualmente se raggiungi i 500.000€ di fatturato, ogni anno.

 

La scadenza per l’invio della pratica con la comunicazione dei ricavi complessivi è il 20 Gennaio.

 

Non è detto che sia dovuta, esistono parametri sotto i quali non è obbligatorio il versamento dell’importo variabile.

 


2) SIAE

 

Se la tua attività utilizza impianti di diffusione sonora, se il cuoco tiene la radio in cucina, oppure svolgi manifestazioni ed eventi con diffusione di musica, o utilizzi strumenti musicali, non dimenticarti di comunicarlo al tuo consulente.

 

Questo perché dovrai sottoscrivere l’iscrizione alla SIAE e dovrai anche pagare una quota annua per i corrispondenti diritti della stessa.

 

3) Canone Rai



Se nel tuo locale hai uno o più televisori, sei obbligato a pagare il Canone Rai.

 

Infatti, “devono pagare il canone speciale Rai coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto. R.D.L.21/02/1938 n.246 e D.L.Lt.21/12/1944 n.458”

 

4) ASL o AUSL



Poteva mancare nel nostro magico viaggio l’ASL? Naturalmente NO!



L’’ASL  è l’ente per eccellenza nel settore della somministrazione di alimenti e bevande.

 

L’ASL verifica il rispetto delle norme d’igiene, ed è un passo fondamentale per operare all’interno di pubblici esercizi.


Quindi sì, è importante seguire le sue direttive alla lettera.

 

Pena multe più salate di un bicchiere d’acqua del Mar Morto.


Bevuto alla goccia., che non è esattamente una goduria.

 

Per pubblici esercizi si intendono ad esempio bar, tavole fredde, ristoranti, ed è indispensabile che tu possieda la relativa autorizzazione dell’ASL per poter operare e maneggiare prodotti alimentari.

 

Aprire un ristorante: una piccola pausa dal viaggio.

 

Come avrai capito, prima di aprire un ristorante, occorre fare parecchi giri.


Occorre armarsi di santa pazienza e fare respiri profondi.


Dovrai sopportare burocrati frustrati, arrabbiati e  molto antipatici.


In quel caso ti consiglio di non lasciarti influenzare da loro: ascolta della buona musica durante l’attesa, e affrontali con garbo e gentilezza.


Di fronte a una gentilezza consapevole e forte, anche il più rozzo dei burocrati tende a darsi una bella calmata.


Quindi sii gentile, paziente e forte.

 

Usa la buona musica per rilassare la mente, sorridi molto e sii accondiscendente al massimo.



Così dannatamente dolce da far sembrare lo zucchero di canna amaro come un bicchiere di succo di limone appena spremuto.



In questo modo la burocrazia svanirà in un batter d’occhio con zero nervoso da parte tua.

 

Le tappe successive per aprire un ristorante.

 

Bene, ora che ci siamo un attimo riposati siamo pronti a proseguire questo tour nelle “meraviglie” (si, sono sarcastica!) della pubblica amministrazione italiana.


Una cosa è certa: non ti annoierai!



Continuiamo con il prossimo ente (preparati a un bel sermone legislativo, doloroso per me da scrivere quanto per te da leggere, ma necessario).


5) Requisiti aggiuntivi del SUAP – Somministrazione di Alimenti e bevande


Ogni volta che devi aprire un’attività ristorativa, hai a che fare con la somministrazione di alimenti e bevande.

 

Per somministrazione si intende la vendita per il consumo direttamente sul posto, in tutti i casi in cui i tuoi clienti consumano i prodotti in locali o superfici aperte al pubblico attrezzati a tal fine.

 

Per poter effettuare la somministrazione di alimenti e bevande (esempio un bar oppure un ristorante), bisogna presentare preventivamente una Scia in comune presso lo Sportello unica attività produttive (denominato anche S.u.a.p.).

 

Questo comporta che in capo al titolare oppure al legale rappresentante o ad un preposto appositamente designato, ci sia il rispetto di determinati requisiti.

 

Quindi per poter esercitare un’attività di somministrazione devi avere dei requisiti soggettivi e oggettivi.

 

(Sermone legislativo in arrivo, tieniti forte e magari beviti un bel caffè!)

 

Requisiti soggettivi o morali

 

I requisiti soggettivi richiedono che, in capo al titolare o al legale rappresentante, o al preposto all’esercizio, ci sia il possesso dei requisiti morali:

 

di cui all’art. 71 comma 1 del D.lgs. 59/2010

 

  1. Non possono esercitare l’attività commerciale dì vendita e di somministrazione:

 

  1. a) coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione;
  2. b) coloro che hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale e’ prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni, sempre che sia stata applicata, in concreto, una pena superiore al minimo edittale;

 

  1. c) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per uno dei delitti di cui al libro II, Titolo VIII, capo II del codice penale, ovvero per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione;

 

  1. d) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica, compresi i delitti di cui al libro II, Titolo VI, capo II del codice penale;

 

  1. e) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne, nel quinquennio precedente all’inizio dell’esercizio dell’attività, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali;

 

  1. f) coloro che sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, ovvero a misure di sicurezza non detentive;

 

2) di cui all’art. 71 comma 2 del D.lgs. 59/2010

  1. Non possono esercitare l’attività di somministrazione di alimenti e bevande coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro la moralità pubblica e il buon costume, per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da stupefacenti; per reati concernenti la prevenzione dell’alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d’azzardo, le scommesse clandestine, per infrazioni alle norme sui giochi.

 

Requisiti oggettivi o professionali

 

I requisiti professionali sono contenuti nell’art. 71 comma 6 del D.lgs. 59/2010…

 

  1. L’esercizio, in qualsiasi forma, di un’attività di commercio relativa al settore merceologico alimentare e di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, anche se effettuate nei confronti di una cerchia determinata di persone, e’ consentito a chi e’ in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali:

 

  1. a) avere frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano;

 

  1. b) avere prestato la propria opera, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, presso imprese esercenti l’attività nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all’amministrazione o alla preparazione degli alimenti, o in qualità di socio lavoratore o, se trattasi di coniuge, parente o affine, entro il terzo grado, dell’imprenditore in qualità di coadiutore familiare, comprovata dalla iscrizione all’Istituto nazionale per la previdenza sociale;

 

  1. c) essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, almeno triennale, purché nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti.

 

ATTENZIONE: Ricordati che se non sei momentaneamente in possesso dei requisiti, puoi nominare un PREPOSTO.

 

Poi, con il tempo, quando hai maturato i requisiti in capo alla tua persona, puoi anche togliere il preposto e metterti direttamente come preposto della tua attività.

 

Chi è il preposto?

 

Ma chi è questo benedetto preposto? Una figura mitologica? Un angelo misterioso?

 

Un essere che proviene da un’altra dimensione che vuole conquistare il tuo ristorante con l’inganno?


Grazie al cielo, niente di tutto questo….

 

Il preposto è la persona, sia essa dipendente o collaboratore, che è designata dal titolare dell’attività o dall’amministratore della società come responsabile dei requisiti oggettivi e soggettivi.

 

Egli, infatti, dovrà possedere i requisiti e rivestirà il ruolo all’interno dell’azienda fino a quando il titolare o l’amministratore non avrà maturato tale traguardo.

 

È un ruolo importante perché il preposto è responsabile, dal punto di vista igienico-sanitario, della preparazione, manipolazione e somministrazione degli alimenti.

 

Ed è grazie a lui che l’attività ha i requisiti per iniziare.

 

Insomma, dovrà essere quasi uno stinco di santo!

 

Aprire un ristorante: la conclusione della prima tappa, l’apertura!

 


Ora che hai chiari quali altri adempimenti devi fare, oltre ai canonici AGENZIA DELLE ENTRATE, CAMERA DI COMMERCIO, INPS E INAIL, per poter aprire regolarmente il tuo ristorante, non ti resta che preparare i documenti e andare dal tuo commercialista.


A quel punto potrai dormire sonni tranquilli per l’apertura del locale.


Ma le danze sono appena cominciate!



Una volta aperto, dovrai scegliere la sua idea differenziante (cosa lo rende speciale agli occhi dei potenziali clienti), creare un sistema di marketing che sforni i clienti  e li fidelizzi, e infine un esperienza gastronomica e sensoriale a 5 stelle.


Sembra più difficile che trovare un tesoro nascosto, vero?


Sì, ma solo se non hai una mappa del tesoro.


E per tua fortuna l’hai trovata.


Questa mappa si chiama corso Master Restaurant ®: per afferrarla ed evitare tutti gli errori più madornali e dolorosi nella gestione del tuo ristorante, clicca qui e acchiappa la succosa offerta che abbiamo distillato per te!


Al tuo successo


Erica.