Lavori per vivere o vivi per lavorare? Oggi voglio mostrarti la differenza fondamentale e COME trovare un equilibrio tra vita e lavoro.

Tempo di lettura stimato: 8 minuti

“La vita che stai vivendo vale il prezzo che stai pagando DENTRO IL TUO RISTORANTE?”: voglio fare una piccola riflessione su questa domanda perché –  in realtà – riassume tutta la filosofia ed il motore che c’è dietro il metodo Master Restaurant ®.

 

In effetti, sono appena tornata da una consulenza in un ristorante di alcuni studenti del corso.

Sono stra-felice di poterli aiutare e che loro si siano affidati a me, non solo per le mie capacità di business, ma soprattutto per la qualità del supporto che riesco a dare.

Ti voglio parlare di questa mattina, non per discutere il loro caso in particolare, ma perché c’è uno schema di comportamento, un terribile errore,  che ho trovato già più e più volte nei ristoranti a conduzione familiare.

 

Ti parlo di genitori con un figlio che è rimasto alla guida del ristorante.

 

Sono i genitori che sperano che il figlio possa condurre questa attività con gioia e serenità per costruirsi una base solida per il suo futuro.

 

Sono gli stessi genitori che con lo stress della gestione quotidiana hanno smesso di guardarsi in faccia come coppia e hanno puntato tutto sul lavoro.

 

Rapporti logorati dai pensieri, dalla paura di non farcela, dalla paura di non essere mai abbastanza per stare a galla in questo mercato ultra competitivo e d’altra parte anche una mentalità che non permette loro di guardare oltre.

 

Se ti dico che queste persone hanno frequentato il primo dei nostri corsi e quindi i fondamentali del business li hanno appresi ma non li hanno messi in pratica, tu mi credi?

 

È successo anche a te di aver partecipato ad un corso, aver capito tutto, ed aver applicato poco o nulla di quello che avresti voluto fare finchè eri in quell’aula?

 

Come mai? Cosa succede veramente nella testa delle persone?

 

Cosa succede DOPO che hai frequentato un corso?

 

Beh, le risposte sarebbero molto semplici, ti potrei rispondere con la solita frase: ritornando nella loro routine si dimenticano di fare le cose che sanno in cuor loro andrebbero fatte.

 

Ti posso rispondere che è più facile stare in una situazione che conosci, per quanto brutta sia, piuttosto che cercare di iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa che non sai, come andrà a finire.

 

È un po’ – permettimi il paragone – come quelle persone che stanno in una relazione malata, ma continuano a stare meglio lì, piuttosto che pensare di iniziare qualcosa di nuovo sconosciuto.

 

E perché? Perché “lo sconosciuto” ci fa paura. Sia come “forestiero”, sia come esperienze lavorative nuove.

 

È normale, siamo fatti per stare bene nella nostra “zona di comfort”. E l’unica cosa che ti sblocca da questo modo di vivere è avere il coraggio di fare cose che non conosci benissimo, che non sai di preciso come andranno a finire. Chiaramente sarebbe meglio se fossero ponderate per limitare i rischi ed i danni.

 

La vita della famiglia dentro al ristorante

 

Tornando alla nostra famiglia. Si alzano prestissimo, forse non si danno neanche il buongiorno.

 

Arrivano presto in ristorante.anno partire tutta la macchina.

 

Bevono un caffè di fretta, iniziano le pulizie, uno di loro parte a prendere quel qualcosa che immancabilmente manca sempre in cucina, gli altri iniziano a sistemare, due iniziano con i lavori in cucina e mettono le mani nel frigo e partono con le preparazioni; intanto arrivano gli altri collaboratori.

 

Si preparano le basi per il pranzo e oggi c’era tutta la linea da approntare per il pranzo di Pasqua.

Mangeranno insieme ai loro dipendenti alle 11:15 un boccone in velocità.

Faranno il servizio dalle 12 alle 14:00.

 

Il tempo di pulire, rientrano a casa, si fanno una doccia, guardano un attimo le email e Facebook, rispondono se c’è da rispondere.

 

Nel frattempo si riempie una lavatrice, dopo aver scaricato quella della sera prima, ci si riveste e si riparte per il turno della sera.

Qualche caffè per tirarsi su e via di nuovo.

 

Dopo le preparazioni, una cena veloce, come il pranzo, il servizio, le pulizie, si chiude il ristorante alle 23:00.

 

Si va a casa, si registra quello che c’è da registrare, ultimo controllo delle email e Facebook, doccia e alle 24:00 si va a dormire.

 

Alle 5:40 sveglia di nuovo e ripartono con la stessa tiritera, come ieri.

 

Come la rana che bolle…

 

Ora, non so se conosci la storia della rana che bolle.

In sostanza è una storia che dice che se la rana la metti in una pentola con dell’acqua bollente, lei schizza subito fuori.

 

Se la metti in una pentola con l’acqua fredda nuota beatamente un po’ prima di fermarsi e schizzare fuori.

 

Se la metti invece in una pentola d’acqua fredda e poi accendi il fuoco a fiamma bassa, lei si adatta pian piano alla temperatura dell’acqua e non si accorge che inizia a scaldare e verrà cotta viva.

 

Adesso, non so se questa sia una storiella o sia una storia vera.

Quello che interessa a me è la morale, l’insegnamento che porta al ragionamento.

 

In sostanza è quello che capita a tutti noi.

Siamo talmente presi da queste vite frenetiche dagli impegni familiari e di lavoro, più gli extra che capitano sempre quando non serve, che non ci accorgiamo che la vita che stiamo facendo non vale il prezzo che stiamo pagando.

 

Ognuno lo vive a casa sua, ma facciamo tutti la stessa vita.

 

Il fatto è che in tutti questi anni, ho visto soprattutto all’interno dei ristoranti tanto logorio, nelle persone e nei loro rapporti familiari e mi sono fatta due domande.

Ti rendi conto del prezzo che paghi?

foto di tavolo del ristorante al mare di un ristoratore di successo

Qual è il pegno che devi pagare, nel lungo periodo, se dormi poco, fai una colazione veloce o sempre con la brioche congelata piena di grassi?

 

E poi se sei sempre lì a combattere con qualcosa…stai facendo la vita di quella rana che non si accorge che è sulla via della bollitura da viva.

 

Magari per il dipendente che non si presenta e non ti avvisa…

per l’idraulico che dice che passa per il tubo rotto, ma non viene….

Un forno che salta…

Il rappresentante che ti blocca i lavori (in fondo questo sembra darti un attimo di tempo per te, ti sei regalato 15 minuti perché alla fine ti racconti un po’, vi scambiate un paio di battute)… ma poi combatti con le email, le fatture, le recensioni a cui non sai se devi rispondere o no.

 

Resti in piedi grazie a qualche caffè che carichi con un bel po’ di zucchero, poi torni a casa esausto.

 

Lavori meglio del migliore dei tuoi dipendenti, perché vuoi dare l’esempio o perché sei proprio da solo, lavori nei weekend, non fai mai vacanze o se le fai, sono corte o stai sempre a pensare al lavoro.

 

Ora chiediti: la vita che fai vale il prezzo che stai pagando?

 

Sei anche tu come la rana nella pentola di acqua tiepida che si sta scaldando ogni giorno un po’ di più e non ti accorgi che finirai per essere sbollentato da vivo?

 

Alcuni mi rispondono che fanno il loro lavoro con passione, e non gli pesa sacrificare tutto, il loro tempo, le loro amicizie, le loro ferie, i loro figli ecc, perché sono offuscati da tutto il fumo che muovono.

 

Alcuni mi rispondono che nonostante il peso dei sacrifici, ritengono che non faranno mai il lavoro da dipendente!

 

Altri, come la famiglia che sto aiutando, finalmente esausti di tutto questo orrore, mi rispondono di no, che non ne vale più la pena.

 

Mi rispondono che loro in fondo non sono padroni di niente.

 

Neanche delle loro vite.

 

Mi dicono con amara delusione, che per i quattro soldi che avanzano si sono costruiti un posto di lavoro come avrebbe potuto essere un buon posto da dipendente.

 

Con la differenza sostanziale, che loro non hanno più la testa libera dopo il lavoro, come se fossero dipendenti.

 

Come lavorare AL ristorante, allora?

 

Stiamo quindi introducendo, sotto la mia guida, tutto quello che hanno imparato al corso, nella stessa sequenza.

 

Stiamo creando procedure, stiamo parlando con i fornitori, stiamo guardando il locale con gli occhi dei clienti perché finalmente sappiamo da loro cosa ne pensano.

Aggiustiamo il tiro giorno per giorno.

 

Mettiamo in pratica gli insegnamenti di divisione dei ruoli, ci mettiamo la divisa perché il locale non è “casa nostra”, ma è un business e richiede un certo aspetto e abbigliamento nei confronti del cliente.

E poi…

Abbiamo messo nero su bianco i costi della struttura, li abbiamo analizzati ed abbiamo scoperto che molti costi si potevano tranquillamente tagliare.

 

 E abbiamo deciso cosa vogliamo ottenere per il 2018.

 

E ancora, abbiamo pianificato il come possiamo ottenere tali risultati.  

 

Lo abbiamo condiviso con tutto lo staff e loro (stranamente!!) sono stati entusiasti di essere stati coinvolti in questo progetto di rilancio.

 

Abbiamo creato un menu che funziona in base alle scelte storiche dei clienti, non in base a ciò che pensiamo funzioni.

 

E solo dopo aver “aggiustato” le cose interne al ristorante abbiamo fatto partire la macchina del marketing.

 

Ora faremo in modo che questa dia i suoi frutti e se starai sintonizzato ti terrò aggiornato sui risultati che otterrà questo ristorante.

 

Questo è quello che si dice lavorare AL ristorante e non NEL ristorante.

 

Forse lo avrai sentito dire da più parti o lo avrai letto tante volte. Ma non so quante volte potresti averlo provato. Ti dà un senso di liberazione di cui non hai idea…

 

Quando è chiaro per tutti dove stai andando e tutta la squadra si muove con te perché riconosce in te un leader del tuo business, le persone si fidano, si affidano e si confidano.

 

Tu scopri cose di loro che per anni non hai mai saputo.

 

Scopri talenti che fino a ieri ti erano stati nascosti e negati. Ti rendi conto che le persone che avevi intorno a te non aspettavano altro che una guida forte al comando.

 

Se anche tu non sei pienamente soddisfatto di come stanno andando le cose mettiti in contatto con noi, non affidarti al caso e tanto meno ai consulenti. Solo il ristoratore può e deve sapere tutto per filo e per segno.

 

Non credo ti piaccia che qualcuno metta mano nel tuo ristorante e nel tuo portafoglio senza sapere esattamente che cosa sta facendo.

 

E soprattutto non ti piacerà affidargli i tuoi soldi senza aver ottenuto alcuna garanzia di successo, dopo il suo intervento.

 

Quale consulente ti promette di ottenere utili, come facciamo noi, a fine consulenza?

 

Eppure tu lo stai pagando con i tuoi soldini per ottenere dei risultati ben precisi: perché non te li garantisce?

 

Mi rispondo da sola: Non può farlo! Perché le cose le devi mettere in pratica tu. Il risultato dipenderà da te, da quanto di quelle cose che ti dice di fare tu metterai in pratica.

 

Allora tanto vale che impari gradualmente da solo le stesse cose, tanto vale che tu le faccia diventare tue (e che non restino del consulente) e che le metti in pratica mese per mese, con te al comando.

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